Di lui Paolo Rizzi ha scritto
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E' chiaro: siamo in una dimensione
essenzialmente psichica. L'artista non descrive
paesaggi solari: ama, semmai, la luna che rende
così immagate e irreali forme. Pittura freudiana,
di malinconie indefinite, quasi abbandonata ad una
sorta di voluttà di annientamento. Compaiono le
forme e figure, donne dalla positura antica e edifici
che paiono medioevali: c'è il richiamo ad archetipi
classicistici, specie in certi dipinti che ricordano
"concerti campestri" e "sacre conversazioni".
Ma tutto è avvolto in un clima che riporta a magmi
interiori, a nodi che stentano a sciogliersi dentro
il nostro subconscio. Proprio per questo - per questa
conturbante commistione - siamo presi da un fascino
che punge; e l'impressione di sconcerto pian piano
si tramuta in ammirazione.
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Passeggiando
una sera d'estate
cm.
125x150, olio su tela, 1998
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